domenica 4 ottobre 2009

Antonello Venditti - Sotto il segno dei pesci (1978)

Che dire, per chi è di Roma Venditti è un must.
Quando ero bambina mio padre mi svegliava la domenica mattina facendo cigolare sul suo giradischi ogni successo degli anni '60; ha tuttora una ricca collezione di 45 giri, molti in edizione juke box. La domenica mattina volevo solo dormire (non sono cambiata molto sotto questo aspetto!) e vivevo con una certa angoscia il momento del risveglio. Nell'anno 1982-83 la Roma aveva vinto lo scudetto e "Grazie Roma" mi torturava ogni maledetta domenica.
In seguito mi sono riconciliata con Venditti e "In questo mondo di ladri" è stato uno dei primi dischi che ho avuto registrato su una cassettina.
Poi sono venute le scuole medie. La musica diventò per me qualcosa da socializzare e condividere; molto più di un comportamento o un abitudine, parlare di musica diventò una necessità. Allora tutti i miei amichetti ascoltavano Venditti e quelli più avanti erano stati anche al concerto, insieme ai fratelli maggiori. Io mi ero fatta registrare da un ragazzo più grande, figlio di un amico di famiglia, il disco "Sotto il segno dei pesci". Pareva fosse un ascolto necessario per me, che con Venditti condivido il compleanno (fine delle similitudini!). La canzone che dava il titolo all'album ha un qualcosa che anche oggi non mi lascia indifferente. Venditti è un po' caduto in disgrazia: non solo non suona più negli stadi, ma non riesce neanche più a suonare alle feste di paese senza che qualcuno gli chieda di eseguire la canzone del grande raccordo anulare.

(Guzzanti! Hai sulla coscienza la serenità di un cantautore senescente che dovrebbe godersi in pace la pensione! Guzzanti, sei un genio!)

Così qualche ora fa, mentre fumavo l'irrinunciabile sigaretta postprandiale affacciata al balcone, mi è tornata in mente "Sotto il segno dei pesci". E i ricordi della mia preadolescenza si sono mescolati alle parole della canzone, che allora non capivo. A 11-12 anni non aveva senso per me desiderare "
un'altra vita più giusta e libera se vuoi". Non comprendevo l'atmosfera d'insoddisfazione e di disillusione che permea tutto il brano.

2009, una domenica di ottobre romano da incorniciare. Domani si torna a lavoro e alla routine quotidiana.

Tutto quel che voglio - pensavo -
e' solamente amore
ed unità per noi
che meritiamo un'altra vita
più giusta e libera se vuoi

Adesso sì che ha un senso.

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